“…Il progetto “L’arte invisibile” ha l’intento di valorizzare le opere d’arte create da alcuni batteri cresciuti in piastra Petri. Seguendo il loro istinto naturale si moltiplicano, spaziando con varie forme e tipologie dicolonie. Sono definiti come i primi veri artisti della Terra.
Il progetto di Stefania Rizzelli associa cibo e arte, concretizzato in una serie di fotografie artistiche, dimostrando l’esistenza di un’arte naturale e silenziosa creata da batteri presenti negli alimenti, visibile solo con specifiche tecniche di laboratorio….”

Alexander Fleming e’ noto a tutti come lo scopritore della penicillina ma ben pochi sono a conoscenza che egli possedeva inoltre una personalissima vena artistica  che mal riusciva a trattenere. Coniugando la sua scienza  con l’arte il famoso scienziato era solito realizzare vere e proprie “composizioni batteriche” o “composizioni con i batteri; disegnando su vetrini in laboratorio e disponendo i batteri al posto dei colori Fleming dette il via al semisconosciuto filone della Microbialart, ovvero quella particolare e curiosissima  tecnica artistica che si basa su creazioni di piccole opere d’arte “batteriche” utilizzando le tecniche più disparate.
Il progetto fotografico curato e realizzato da Stefania Rizzelli probabilmente deriva dal suddetto filone artistico della Microbialart o a nostro avviso ne è stato pesantemente influenzato; potremo infatti collocare le opere che lo compongono proprio in questo particolare campo artistico evidenziando però in aggiunta una originalissima  particolarita’ intrinseca posseduta: le composizioni ottenute, invece di  rimandare ad un preciso soggetto realistico come ad esempio un fiore, un tramonto o un paesaggio, compongono e danno vita a forme astratte di impareggiabile bellezza che riescono ad ampliare l’immaginario dell’ osservatore, libero di interpretare forme e colori in modo personale e creativo.
Osservando l’ interessantissimo progetto fotografico sembra  pervadere l’osservatore  la  sensazione di immergersi, tuffarsi in sensazionali galassie cromatiche, psichedeliche  misteriose ed affascinanti; di  perdersi in universi sconosciuti e nell’infinito mai osservato e immaginato, riflettendo su   quanto quelle “strane e microscopiche creature” siano infinitamente piccole al nostro sguardo  ma allo stesso tempo, grazie ad una indagine più profonda, dotate di una grandezza smisurata, nascosta, che fa apparire l’Uomo così minuscolo di fronte al mondo da loro generato.
Una ricerca fotografica tecnicamente difficile da giudicare perche’ considerate le difficolta’ del caso e’ inutile lanciarsi in improbabili discorsi riguardo regole dei terzi, bilanciamenti compositivi e ottimizzazioni varie; gli scatti di questo unicissimo progetto fotografico sono fotografie da prendere così come sono, in tutta la loro naturalezza e immediatezza; sono immagini da osservare a lungo riuscendo a cogliere il momento giusto per entrare nella loro infinità, nella loro dimensione di micro-universo. Potremo così contemplare assorti come madre natura anche attraverso  invisibili creazioni, nascoste, occulte al nostro umano sguardo  sappia aprirci a mondi sconosciuti; ma questi per essere rivelati all’uomo comune  hanno bisogno di “scopritori”, di “avventurieri”, di “viaggiatori” dell’invisibile, dell’ignoto, di traghettatori di conoscenza curiosi, impavidi come risulta essere a tutti gli effetti Stefania Rizzelli. (G. A.)

 

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